sabato 30 luglio 2011

Felicità

Imparare ad essere felici... Si puo'? Si deve! Citando le parole del nostro grande Giacomo Leopardi:"La felicità è un momento di pausa del dolore", tutti noi dovremmo essere felici, prima o poi, ma forse siamo troppo bravi a lamentarci di ciò che non abbiamo, da non accorgerci di cio' che abbiamo.
"La felicità è simile ad una farfalla che se la insegui non riesci mai a prenderla ma se ti siedi tranquillo può anche posarsi su di te." (Nathaniel Hawthorne)
Dovremmo farlo spesso, fermarci ad analizzare ciò che c'è di buono nella nostra vita, chi ci circonda e ci ama, e smettere di guardare ed invidiare gli altri.
Ci sono popoli in Africa che vivono con l'essenziale, eppure sono felici, forse semplicemente perché non sanno ciò che gli manca. Forse perché semplicemente non lo cercano.
Facciamo un reset è partiamo da noi, da ciò che siamo stati e ciò che siamo diventati.
Recentemente ho visto un film "Carissima me", è la storia di una ragazza che a 10 anni scrive delle lettere da mandare a se stessa quando ne avrà quaranta. La protagonista scopre che aveva perso i sogni della bambina che un tempo era stata e la riscopre attraverso queste lettere che un avvocato ingaggiato a suo tempo dalla bambina le fa avere. Fermiamoci un attimo, guardiamo a quel bambino o bambina che eravamo, esiste ancora? Quell'essere infantile che si divertiva con pochissimo, e che quando non aveva nemmeno quel pochissimo usava la fantasia. Dove è finita la nostra fantasia, riusciamo ancora a giocare con noi stessi? Io spero di sì, nel mio animo è sempre presente il bambino che ero, certo, con l'esperienza dell'adulto, ma con comunque con quella voglia di giocare e ridere di una stupidaggine, perché sono le piccole gioie della vita che rendono felici, le piccole sensazioni quotidiane che non ci soffermiamo nemmeno a notare, perché siamo troppo presi dal lamentarci di ciò che non va. Io mi sono fermato è la farfalla si è posata su di me.

2 commenti:

  1. La felicità è tanto rara quanto giocoliera, perché un po si prende gioco di noi, nascondendosi e negandosi, ma tu hai ragione da vendere quando parli di "farfalle", io malgrado le difficoltà, sono felice, ma le "fregature" subite e i dolori patiti, non sono passati senza lasciare tracce, queste le trovo ogni volta che sono felice, come? Con un imponderabile ed inevitabile senso di angoscia, come dire: "cosa arriverà a rovinare questo momento?" So, so e un po da paranoico, ma è così... Sai, spero che sia quello che penso la "farfalla" che ti si è posata addosso, e se è, ma anche se fosse tutt'altro, ti/vi auguro che resti posata su di te/voi molto ma molto a lungo. Ti voglio bene.

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  2. Io credo che tu abbia toccato l'essenza, parlando dei popoli dell'Africa, che sono felici pur vivendo solo dell'essenziale PERCHE' NON SANNO COSA GLI MANCA. Non lo cercano perché non lo conoscono. Fai vedere loro cosa potrebbero avere. Fagli capire che possono averlo. Difficilmente saranno felici tornando ad essere quello che erano prima.
    Cito l'Alchimista, di Paulo Cohelo:
    "...Tu, per me, sei stato una benedizione. E oggi capisco una cosa: qualunque benedizione che non sia accettata, si trasforma in una maledizione. Io non voglio di più dalla vita. E tu mi stai forzando a vedere ricchezze e orizzonti che non ho mai conosciuto. Adesso che li conosco, e che conosco le mie immense possibilità, mi sentirò molto peggio di quanto mi sentissi prima. Perché so che posso avere tutto, ma che non voglio..."
    A questo punto la risposta è: trasformazione, evoluzione. E' il momento di progredire, e qui ti metti in gioco fino in fondo. Passi in mezzo al dolore, ed è tanto più grande quanto più cerchi di stare aggrappato al passato, pensando alle piccole cose che ti rendevano felici, lottando con tutte le tue forze perché le stesse cose ti possano dare le medesime sensazioni. Ma questo non potrà più essere. Devi trovarne di nuove. Arrivano da sole se non le cerchi? Non lo so, non mi è ancora accaduto.
    Complimenti per questo blog. Un saluto.

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